Roma, 12 gennaio 2019.
"L'unico cambiamento culturale che questo governo sembra voler attuare è l'abolizione del merito, della competenza, degli ordini professionali e dei titoli accademici". È questo il commento di Daniele Virgillito, presidente dell'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec) al recente provvedimento del governo in tema di codice della crisi d'impresa. Il Consiglio dei ministri, nonostante il parere del ministero della Giustizia che riteneva i consulenti del lavoro soggetti non muniti delle necessarie competenze contabili e di gestione dell'attività e della liquidazione dell'impresa, amplia, con un coup de théâtre, impropriamente e ingiustificatamente, anche a questi ultimi le responsabilità e le funzioni di evitare gli impatti sociali ed economici che la crisi di un'impresa inevitabilmente comporta.
Secondo l'articolo 358 dello schema di decreto legislativo sul codice della crisi d'impresa in attuazione della legge numero 255 del 19 ottobre 2017, possono essere chiamati a svolgere le funzioni di curatore, commissario giudiziale e liquidatore, nelle procedure di cui al codice della crisi e dell'insolvenza: gli iscritti agli albi degli avvocati, dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dei consulenti del lavoro e tutti coloro che abbiano svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo in società di capitali o società cooperative, dando prova di adeguate capacità imprenditoriali. Precisa la norma, sottolinea Virgillito, che la nomina degli iscritti all'albo dei consulenti del lavoro, è condizionata all'esistenza di rapporti di lavoro subordinato in capo all'impresa in crisi o insolvente.
Senza nulla togliere alle competenze specialistiche in materia di lavoro, che per l'appunto sia per formazione che per esperienza, incontestabilmente e inconfutabilmente, i consulenti del lavoro possiedono e senza nulla togliere alle capacità imprenditoriali e gestionali di chi ha svolto funzioni direttive e amministrative, è piuttosto impensabile che queste categorie di professionisti possiedano l'adeguata formazione o abbiamo maturato sul "campo" le competenze utili alla gestione della crisi, addirittura valorizzate dalla previsione della costituzione di un apposito albo degli incaricati che definisce, tra gli altri, gli standard per il mantenimento dei requisiti.
"Azioni imprudenti come questa da parte del Governo giallo-verde mettono a rischio la tenuta di un'intera categoria composta da 118 mila professionisti che hanno creduto nella formazione e soprattutto - rincara la dose Virgillito - qua si mette a rischio l'efficacia di un provvedimento che è stato costruito per mesi proprio sulla base delle competenze specialistiche che solo commercialisti e avvocati hanno dimostrato di possedere".
Il governo del cambiamento, conclude il presidente, in barba a qualsivoglia percorso formativo e senza batter ciglio, ha pensato bene, prima, di "laureare l'esperienza" in campo sanitario, poi ha imposto il supporto dei dottori commercialisti nella digitalizzazione del nostro Paese, senza concedere alcun incentivo e oggi, incautamente, svilisce e confonde percorsi formativi, competenze e figure professionali.
La Giunta UNGDCEC
Roma, 17 novembre 2018.
"Proroga alla fatturazione elettronica: a conti fatti, oggi a chi gioverebbe?" si chiede Daniele Virgillito, presidente del sindacato Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec), a proposito della continua richiesta, da più parti, di rimandare il provvedimento e alla luce tra l'altro della sua bocciatura da parte del Garante della privacy che potrebbe tradursi, sottolinea Virgillito, in ulteriori costi e adempimenti per i commercialisti.
Nel bilancio dello Stato l'adozione della fatturazione elettronica conterà maggiori entrate stimate in circa 2 miliardi di euro - prosegue il presidente dell'UNGDCEC. Se le date dovessero slittare, il Governo sarebbe in grado di reperire delle risorse finanziarie alternative? Il nostro sindacato a suo tempo chiese a gran voce la graduale implementazione del provvedimento e una fase di sperimentazione a 'zero sanzioni', ma in realtà oggi, sul filo di lana, a chi gioverebbe, davvero, una proroga?". "I professionisti e le imprese, ignorati nei mesi precedenti, è presumibile siano già ampiamente attrezzati per gestire questo adempimento. Adesso, più che una proroga, servirebbe flessibilità e un totale e concreto azzeramento delle sanzioni per l'intero 2019.
La Giunta Ungdcec
“Senza minimi di compenso è impensabile chiedere a lavoratori e lavoratrici autonomi ulteriori sacrifici che si scaricano direttamente sul loro già esiguo reddito netto" […]. “Abbiamo sbagliato a non usare la forza collettiva dei più garantiti per difendere anche le persone senza contratto o con un contratto atipico”.
Questo era il mea culpa, nei confronti dei precari e dei liberi professionisti, di Susanna Camusso, segretario generale della CGIL che però mal si coniuga con quanto si legge in uno stralunato volantino pubblicitario che nei fatti è l’antitesi di tali affermazioni.
Per carità, il problema del futuro dei giovani e della nostra professione è ben più ampio e purtroppo sembra scandito da un tempo all’insegna dalla “fiscal pirateria”; dallo sbarco dell’escapologo al Senato sino alle asserzioni di presunta “semplice” competenza del dottore commercialista rispetto agli “esperti” della Cgil Emilia Romagna!".
Allora, cari giovani colleghi, “semplicemente” rinunciamo a laurearci. Rinunciamo al tirocinio, a specializzarci. Rinunciamo, a sostegno della fantomatica “semplificazione”, ad intermediare per conto dell’Ade, rinunciamo alla fatturazione elettronica e alla “lotta all’evasione”, all’antiriciclaggio, alla privacy, alla formazione obbligatoria, all’iscrizione all’albo e all’assicurazione. Rinunciamo alle tariffe minime e ai compensi… Quelli in effetti sono una chimera. Rinunciamo. Tanto a chi interessano la tutela della legalità, i diritti dei contribuenti e la crescita delle imprese, abbiamo il dream team della Cgil. Semplice, no?!
“Qualsiasi sciocco può fare qualcosa di complesso; ci vuole un genio per fare qualcosa di semplice" (P. Seeger).
La Giunta UNGDCEC
Foggia, 5 ottobre 2018 - L'Italia è il primo Paese d'Europa per il numero di giovani under 35 attivi nella filiera agricola che diventa sempre più 4.0: le imprese gestite dai "millennial farmers" sono quasi 60 mila e aumentano del 6 per cento ogni anno. Dei ragazzi che hanno deciso di lavorare nel mondo dell'agricoltura uno su quattro è laureato, otto su dieci viaggiano all'estero e si inseriscono più facilmente in nuovi mercati. A loro va incontro l'Unione europea che, per consentire di iniziare l'attività, mette a disposizione dei fondi attraverso i suoi Piani di sviluppo rurale (Psr) per i quali, nel biennio 2016/2017 hanno presentato domanda circa 30 mila giovani: il 61% da sud e isole, il 19% dal centro e il 20% dal nord. Sicilia e Puglia sono le prime due regioni, con 4.700 e 4.540 domande.
"L'agricoltura ha trovato il modo di innovarsi", sottolinea Daniele Virgillito, presidente del sindacato Unione Nazionale Giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) che ha organizzato il Convegno dal 4 al 6 ottobre all'Università degli studi di Foggia. "Pur essendo il comparto 'tradizionale' per eccellenza - osserva - ha saputo reagire alla crisi economica, adeguandosi alle sfide emergenti". Questo settore si colloca nell'ambito dell'Unione europea "al primo posto in termini di valore aggiunto prodotto (31,5 miliardi di euro) - spiega ancora Virgillito - mentre a livello nazionale il valore della filiera raggiunge il 13,5% del Pil".
"Una delle gambe su cui si reggono la nostra economia e la nostra identità pugliese è proprio l'agricoltura" ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in una nota. "La qualità della vita dei cittadini non può prescindere da uno sviluppo ecosostenibile che parta proprio dal settore agroalimentare - ha aggiunto il presidente - e la scelta di Foggia come sede dell'incontro è coerente con la vocazione naturale di una città e di un territorio che vogliono raccogliere la sfida per riagganciare la qualità della vita, la questione sociale e un nuovo sviluppo ambientalmente orientato". Il convegno si svolge infatti non a caso in una terra conosciuta a tutti come il "granaio d'Italia" e dove, fra 2015 e 2017, il comparto agricolo è cresciuto del 4%, registrando, secondo Coldiretti, il +9% nell'esportazione dei prodotti, con un aumento dell'occupazione nel settore del 6% negli ultimi cinque anni.
"Un comparto, quello agricolo, che si sta quindi mostrando resiliente - aggiunge Virgillito - secondo chiavi strategiche, quali innovazione e aggregazione che sembrano il punto di forza delle eccellenze italiane per essere competitive a livello internazionale". Non mancano tuttavia problematiche operative notevoli: "Per guidare un'azienda agricola hi-tech è necessario un ampio ventaglio di conoscenze non solo fiscali, ma anche gestionali e organizzative - ricorda il presidente Ungdcec. Le normative non sono adeguate a queste continue evoluzioni e l'internazionalizzazione del settore porta a nuove questioni legate, per esempio, al regime speciale di cui le imprese godono per l'Iva e ai rapporti con l'estero". "L'andamento sui mercati, anche internazionali, potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela contro la cosiddetta "agropirateria" che fattura oltre 100 miliardi di euro l'anno" osserva ancora Virgillito - utilizzando impropriamente località, immagini e ricette che richiamano all'Italia con prodotti contraffatti". Ciò si affianca al fatto che il 2018 per i commercialisti è stato l'anno della "fiscal pirateria": "un periodo in cui, fino a oggi, abbiamo visto anche l'escapologo sbarcare in Senato" spiega il presidente Ungdcec. "I giovani professionisti devono dimostrarsi anch'essi resilienti, capaci di reagire positivamente al cambiamento di scenario, accettando anche le situazioni sfavorevoli e tramutandole in occasioni di affermazione in un contesto poco 'fertile'".
A margine dell'incontro si è parlato anche di Flat tax, che se fosse adottata come ipotizzato fino ad ora "disincentiverebbe le formule aggregative invece di favorirle." osserva Virgillito. "In base al provvedimento, se due commercialisti, per esempio, fatturassero singolarmente fino a 100 mila euro, avrebbero un tax rate ridotto e pagherebbero solo il 15 per cento di imposte". Se invece gli stessi due professionisti "si associassero fatturando complessivamente fino a 200 mila euro - spiega - pagherebbero un'Irpef molto più elevata". Questo, per l'Unione commercialisti "scoraggerebbe chi vuole associarsi, mentre potrebbe incentivare il nanismo dei nostri studi professionali".
La Giunta UNGDCEC
"REVISIONE LEGALE"
Martedì: 18 settembre, 2 ottobre, 16 ottobre, 30 ottobre, 6 novembre 2018 dalle ore 09.00 alle ore 13.00
Sede dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, Rotonda dei Mille, 1
L'Unione Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Bergamo ha organizzato, di concerto con l'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, cinque incontri formativi con lo scopo di fornire con estrema praticità gli elementi di base per gestire correttamente la procedura di revisione legale di una PMI.
Il presidente Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec) Daniele Virgillito: "Ci vuole coraggio per fare, ma anche coraggio per ascoltare: i giovani non sono stati invitati al confronto.".
"I giovani professionisti non sono stati invitati al dialogo. Questo Paese, come spesso accade, ci ha negato la possibilità di partecipare al disegno dei provvedimenti più importanti". Così Daniele Virgillito, presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) in merito alle audizioni sul disegno di legge di conversione del decreto "Dignità" avviate alla Camera dei Deputati dalle Commissioni riunite Finanze e Lavoro. "Inaspettatamente non siamo stati considerati - sottolinea Virgillito -. Si fa sempre troppo poco per i giovani e non si intravede nel provvedimento quel percorso di semplificazione e sburocratizzazione del nostro sistema fiscale che tanto sarebbe utile, invece, per attrarre investimenti e generare ricchezza" spiega il presidente Ungdcec. "Nel decreto "Dignità" non si ravvisa l'adozione di tutte quelle misure a "costo zero" che potrebbero incidere nel ridurre la miriade di ridondanti adempimenti a cui siamo asserviti e che potrebbero, invece, ridare "dignità" alla nostra professione. I giovani professionisti hanno una visione chiara del futuro, invitiamo il nuovo governo ad ascoltarci".
La Giunta dell'UNGDCEC
Altri articoli...
- COMUNICATO STAMPA AIGA E UNGDCEC su parole procuratore Gratteri
- ASSEMBLEA NAZIONALE DEI PRESIDENTI ROMA 14 LUGLIO 2018
- COMUNICATO STAMPA UNGDCEC: IL DECRETO "DIGNITA'" FA PERDERE 8 MILA POSTI DI LAVORO L'ANNO?
- LECCO 10 LUGLIO 2018 CORSO: LA TUTELA DELLA CONCORRENZA NELLA CRISI D'IMPRESA TRA OPPORTUNITA' DI BUSINESS E MAGGIOR SODDISFACIMENTO DEI CREDITORI