Decontribuzione 2025 per le lavoratrici madri non ancora operativa - scaduto il termine per il decreto ministeriale, quanto ancora bisogna aspettare?
Abbiamo atteso la Legge di Bilancio 2025 per avere la conferma che la decontribuzione nelle assunzioni di lavoratori al Sud si ferma al 30 giugno 2024 e non arriva al 2029 come invece prevedeva la legge istitutiva dell'incentivo.
Abbiamo atteso l'inizio di febbraio 2025 per sapere che la Commissione dell'Unione Europea ha autorizzato le agevolazioni per le assunzioni degli under 35 e delle donne disoccupate istituite dal Decreto Coesione con decorrenza dal 1° settembre 2024; adesso, attendiamo ancora che l'INPS fornisca le istruzioni operative per applicare concretamente l'incentivo. Colpa dell'asincronia fra legislazioni concorrenti; europea e italiana.
La situazione potrebbe però ben esser migliorata, se il Ministero del Lavoro fornisse costantemente e con trasparenza le informazioni necessarie a capire la distanza tra la speranza di incentivo all'assunzione contenuta nella norma italiana e la certezza operativa dello stesso che si concretizza nell'emanazione del documento di prassi da parte dell'INPS, dopo aver ricevuto il semaforo verde dagli organi europei. Non è comprensibile dover giungere ad un "question time" in Parlamento per avere aggiornamenti (interrogazione del 8 gennaio 2025 al Ministro del Lavoro alla Camera dei deputati).
L'utilizzo dei tavoli tecnici, deve aver anche la funzione informativa delle categorie professionali coinvolte, affinché queste possano gestire nel miglior modo possibile l'attesa dell'applicazione delle misure agevolative nell'assunzione di lavoratori dipendenti. In questi perenni stati di limbo, tra l'annuncio politico e l'operatività della norma, i Dottori Commercialisti si ritrovano infatti nell'impossibilità di dare risposte all'incessanti richieste delle imprese clienti che aspirano legittimante a beneficiare delle norme emanate e pubblicizzate.
Qualsiasi tipo di programmazione strategica è congelata per mesi, rallentando o addirittura bloccando la dinamicità delle attività imprenditoriali.
La situazione sembra non trovare miglioramento nelle agevolazioni per il lavoratore dipendente che, non coinvolgono le istituzioni europee.
Il tema di attualità è quello della decontribuzione 2025 delle lavoratrici madri, sia dipendenti che autonome, per la quale c'è da capire ancora una volta se l'attesa dell'incentivo finisca per esser essa stessa un incentivo.
Già dal 2024 il Legislatore si è occupato di ridurre il cuneo contributivo nelle buste paga delle lavoratrici madri; lo ha fatto nella Legge di Bilancio 2024 (art.1, commi da 180 a 182) scrivendo una norma snella esente dall'avvallo europeo ma che ha dovuto attendere comunque il 31 gennaio 2024 per l'operatività con l'emanazione del documento di prassi INPS n.27.
Nella Legge di Bilancio 2025 è stato deciso di modificare parzialmente la regolamentazione dell'esonero contributivo rendendolo non più totale, ma parziale. Il comma 219 dell'art.1, il 30 dicembre 2024 ci diceva che "entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono disciplinate le modalità attuative di quanto previsto dal presente comma e, in particolare, la misura dell'esonero contributivo, le modalità per il riconoscimento dello stesso e le procedure per il rispetto del limite di spesa di cui al primo periodo". Ad oggi, non abbiamo notizia di tutti questi importanti elementi fondamentali, non solo per l'applicazione pratica nel cedolino paga ma anche per la gestione quotidiana delle richieste delle lavoratrici e delle programmazioni aziendali.
Il Legislatore assegna un termine all'organo esecutivo e non viene rispettato; situazione questa che stride con la solerzia con cui gli organi dello stesso Ministero inadempiente infliggono sanzioni e interessi all'impresa che non riesce a rispettare i termini di pagamento.
Di fatto oggi, per una tale mancanza che danneggia la lavoratrice madre, non si prevede né un dovere di informativa agli operatori come sopra già detto, né un dovere di corrispondere interessi unitamente all'esonero spettante dal 1° gennaio al giorno di possibile effettiva operatività dello stesso, grazie all'emanazione del citato decreto ministeriale e della conseguente circolare INPS.
Nel frattempo, l'attesa è resa poco piacevole da un interpello del Ministero del Lavoro (il n.2 del 5/2/2025) che, con un anno di ritardo, ammette alla decontribuzione della Legge di Bilancio 2024, le lavoratrici madri con contratto intermittente disconoscendo quello che l'INPS aveva affermato il 1° marzo 2024 al tavolo tecnico con il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro.
I possibili riflessi operativi per il ripristino del diritto spettante alla lavoratrice retroagendo gli effetti nell'anno passato sono evidenti, soprattutto sono ancora una volta a carico del professionista che è stato escluso da un'interlocuzione seria e preventiva nei famosi tavoli tecnici.
La Giunta
Roma, 20/02/2025
Cordiali saluti.